Feel Again (versione italiana) (Italian Edition) by Mona Kasten

autore:Mona Kasten [Kasten, Mona]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788893426558
editore: SPERLING & KUPFER
pubblicato: 2018-05-07T22:00:00+00:00

20

MI svegliò uno strillo acuto. Impiegai un minuto a capire che era un verso allegro e che nessuno stava per essere ammazzato. Poi qualcuno squittì, e seguì una risata serena. E in mezzo sentii le note dolci di un pianoforte.

Mi sedetti e mi guardai attorno. Dalla fessura della tenda entravano nella stanza i raggi del sole: doveva essere mattina inoltrata. Isaac non c’era più. L’unico segno che avesse trascorso la notte con me erano gli occhiali sul comodino. Il battito del mio cuore era insolitamente sordo. Presi gli occhiali e li infilai nel taschino della camicia, quindi mi alzai e uscii cautamente dalla stanza.

In corridoio, Levi si avventò strillando contro di me, seguito a ruota da Ariel, che, passandomi davanti, mi sorrise. Mentre i due bambini erano piuttosto vispi, io mi sentivo come se fossi stata investita da un camion. Ed ero quasi certa che il mio aspetto si intonasse a quella sensazione.

Per fortuna, davanti alla stanza degli ospiti c’era un bagno; mi ci rinchiusi per un po’. Mi lavai la faccia con acqua fredda, e con l’angolo di un asciugamano mi tolsi dalle guance le macchie di mascara e di eyeliner. Quindi mi sfregai i denti alla meglio con un dito e il dentifricio che trovai nell’armadietto sopra il lavandino. Per finire, raccolsi i capelli in una treccia.

Mi guardai allo specchio: ero pallida e avevo gli occhi rossi e gonfi di pianto, ma perlomeno avevo ritrovato un aspetto vagamente umano. Respirai a fondo per prepararmi agli incontri imbarazzanti che mi aspettavano, infine scesi in soggiorno. Più mi avvicinavo, più la musica era forte, ma soltanto quando entrai nella sala illuminata dal sole mi resi conto che non proveniva da uno stereo.

Isaac sedeva al piano con Ivy e suonava una melodia allegra e vivace, ma veniva continuamente interrotto dalla bambina, che infilava le manine in mezzo alla tastiera e strillava contenta quando riusciva a schiacciare i tasti tutti insieme.

Mi appoggiai allo stipite della porta e rimasi a guardare le spalle di Isaac che sussultavano per le risate. Ricominciò la canzone da capo ma, dopo mezzo minuto, Ivy gli scostò di nuovo le dita. Balbettò qualche parolina scatenando una nuova risata di Isaac, e mi sorpresi a sorridere. Dopo la notte appena trascorsa non avrei creduto possibile che riuscissi a farlo di nuovo tanto in fretta.

Tentando di non fare rumore, tirai fuori dalla borsa la macchina fotografica e scattai. In quel momento vicino a me arrivò qualcuno. Girai la testa di lato e, sorpresa, abbassai la macchina.

Il giorno precedente, alla festa, quella ragazza non c’era, ne ero sicura. Lo avrei notato, se ci fosse stato qualcuno che era la versione femminile di Isaac: stesso viso, stessi begli zigomi, stesso colore indefinito degli occhi, stessa mascella decisa. Solo i capelli erano diversi, lunghi, lisci e scuri.

Doveva essere Eliza.

Feci per presentarmi, ma lei si portò un dito alle labbra sorridendo, posò il borsone per terra e avanzò di soppiatto sul parquet verso Isaac e Ivy.

«Suonate benissimo», disse quando Ivy premette tutti i tasti di sinistra producendo diverse note basse tutte insieme.

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